giovedì 28 marzo 2013


Gesù: è veramente Dio?
(parte III)


3. Come conciliare Cristo e suoi critici?

            Gesù credeva e ha affermato di essere Dio. Questo è certo. I suoi critici dicono che non è stato, anche ammettendo tutto ciò che credono si può concedergli. Chi ha ragione? Se c’è l’ha Gesù, allora era, ed è Dio. Se c’è l’hanno i suoi avversari, quindi ... è stato un bugiardo o un povero illuso. Non ci possono essere più probabilità. Solo tre. Questo è stato chiamato il "trilemma" su Gesù Cristo o pazzi, o criminali ... o Dio.

            La prima possibilità è che Gesù Cristo è stato un bugiardo. In questo caso Gesù avrebbe ingannato i suoi contemporanei e tutti coloro che avrebbero creduto in Lui per secoli, dicendo delle bugie nonostante essere consapevole della verità. In questo caso, si trattarebbe di una personalità moralmente iniqua. Un impostore, un bugiardo che ha ingannato uomini e donne pur di far finta di essere Dio, e chiedendo loro di lasciare tutto per colui,  che essi rinunciassero a tutto per Lui, le loro famiglie, le loro proprietà, i loro genitori e figli, la propria felicità umana, anche la vita stessa. Sarebbe allora il principale e l’unico  responsabile di migliaia e milioni di " inutili martiri ", dell'appassimento di innumerevoli vite nella solitudine del deserto; sarebbe il principale responsabile delle innumerevoli vite che hanno abbracciato la penitenza, il celibato, la povertà, ecc , per cercare di raggiungere un’ illusione colossale inventata da Lui. Saremmo  in presenza di una personalità piena di una particolare e strana malizia.
            Ma veramente è un personaggio? Era così Gesù di Nazareth? Non ci è permesso di pronunciare una sentenza del genere, neanche i loro avversari. Al contrario, per loro Lui era la persona con più alta morale, la più pura idea di umanità, la giustizia personificata, un "quasi-Dio", come risulta delle testimonianze  prima riportate.
            Allora potrebbe essere possibile che Lui si sarebbe ingannato  a se stesso, credendo di essere  Dio! In questo caso si trattarebbe di  una personalità psicologicamente squilibrata. Un paranoico con manie di grandezza. Un malato da "deliri espansivi" che lo portavano a credersi il Messia, il Redentore del genere umano, e anche Dio stesso, il Figlio di Dio per natura. Se non era colpevole del Suo proprio inganno, saremmo di fronte ad un  buon uomo, irresponsabile delle sue dichiarazioni, ma in fondo sempre un malato. Insomma , un povero pazzo, così  ingenuo come Simone che credendo di essere uccello si gettò dalla torre per volare e si schiantò contro il duro selciato.
Ma era questo il nostro Gesù di Nazareth? Anche i suoi critici non ci permettono sostenere questo. Anzi, per loro Lui fu la persona più equilibrata dell’umanità, per esempio: per Lui la psicologia umana ha raggiunto il più alto grado di serenità e armonia intellettuale, volitiva e affettiva. Modello di ogni uomo. Abbiamo accennato prima in questi testimoni.

            Ma ... se i suoi critici non ci lasciano dire che Lui ha ingannato se stesso, neanche che ha ingannato i suoi contemporanei e discendenti ... ci costringono ad ammettere che ciò che Lui credava e insegnava di se stesso era vero e la pura verità ... E Lui credeva e diceva, come abbiamo dimostrato, che era Dio. Quindi, per usare le parole del famoso apologista José Antonio de Laburu, SJ : Signori, la risposta è vostra. Pensate. Signori, voi siete uomini, pensate![1].

           

Bibliografia per approfondire:
                De Laburu, José A., Jesucristo, ¿es Dios?, Paoline, Santiago del Cile 1959.
                Buysse, Pablo, Jesús ante la critica, Ed. Litúrgica Española, Barcellona 1930.
                Grandmaison, L.,  Jesucristo, Ed. Litúrgica Española, Barcellona 1941.


[1] J.A. de Laburu, op. cit., p. 84.

lunedì 25 marzo 2013


Gesù: è veramente Dio?
(parte II)




2. Cosa  ha detto Gesù di se stesso?

            Confrontiamo questi giudizi su Gesù, con le Sue dichiarazioni e la Sua coscienza. Gesù Cristo, chi credeva  di essere? [1] Che cosa ha detto di se stesso?
            Dobbiamo riconoscere che le sue dichiarazioni possono considerarsi in alcun modo ambigue. Senza entrare nei dettagli, leggendo con calma la lettura del Vangelo, ci rendiamo conto che:

1. Gesù prese attribuzioni divine: inviando le tempeste, chiamando alla vita i morti,  perdonando i peccati degli uomini, sempre in prima persona; mai comanda o da ordini in nome di Dio, ma sempre in nome proprio: Fanciulla, io ti dico, alzati! (Marco 5,41); Donna, Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più (Gv 8,11).

2. Gesù legiferava come Dio: nessun profeta del Antico Testamento, avrebbe osato dire come Lui nel Discorso della Montagna: Avete inteso che fu detto... ma io vi dico (Mt 5,37).

3. Gesù chiese di essere amato come Dio: Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me;  chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.  Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà (Mt 10,37-39).

4. Gesù ha promesso cose proprie di Dio: In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso (Lc 23, 43), E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo (Mc 14, 62).

5. Gesù  affermava la Sua unità annunciandosi con il Padre Dio: Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio (Mt 11, 27);  Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv 10,30); Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te (Gv 17, 21).

            Un grande teologo ha detto che l’espressioni del Vangelo che riguardano alla persona di Cristo sono così forti e categoriche, così vivaci ed efficaci, che non si può pensare in un divario tra l'umano e il divino[2]. Non si possono spiegare di forma semplice le espressioni: Io sono la via, la verità e la vita (Gv 14,6); o quest’altra: Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo (Gv 6,51). Allo stesso modo: Io sono la luce del mondo... perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato... Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno...prima che Abramo fosse, Io Sono (cf. Gv 8, 12.16.23.56-58). Nonché: Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre (Gv 16, 27-28).

            Infine, Gesù ha detto che Lui e il Padre (celeste) sono uno (cf. Gv 17,21), che Lui solo conosce il Padre, perché viene da Lui (cf. Mt 11,27), che Lui era prima di Abramo (cfr Gv 8,58), che Lui era più grande di Salomone (cf. Lc 11,31), più grande dello stesso Davide, da chi è "Signore" (cf. Mt 22,42-45) , e più che i profeti, come Giona (cf. Lc 11,32), che alla fine dei tempi ritornerebbe a giudicare i vivi e i morti rivestito di gloria e maestà (cf. Mt 26,64), che potrebbe perdonare i peccati degli uomini (cf. Mt 9,2-5), ecc. Inoltre, quando Caifa le chiese: Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio. Gesù gli rispose, Tu l'hai detto (Mt 26, 63-64). E Lui ha preferito morire sulla Croce prima di ritrattare queste parole.

            Si può non credere nelle parole di Cristo, ma nessuno può mettere in dubbio le parole di Cristo su se stesso.




[1] Cf. François Dreyfus, Gesù, sapeva d’essere Dio?, Ed. Paoline, Milano 1985.
[2] Cf. Pietro Parente, La psicología de Cristo, Herder, Barcellona 1964, pp. 78-80.

venerdì 22 marzo 2013


Gesù: è veramente Dio?
(parte I)



Le opinioni su Gesù  hanno diviso le acque intellettuali dal momento in cui la Sua vita pubblica iniziò fino ad oggi. Attraverso Lui innumerevoli legioni di uomini e donne hanno lasciato tutto: il paese, la famiglia, le ricchezze, le posizioni, l’avvenire, la salute, e la vita stessa.
Ci sono stati anche uomini che hanno pensato le cose più stravaganti di Lui. Hanno detto che era un pazzo (Marco 3, 21: Egli è fuori di sé, Giovanni 10, 20: Ha perso il giudizio), che era posseduto (Marco 3, 22: Egli è in possesso di Belzebù, Marco 3, 30: Ha uno spirito maligno , Giovanni 7, 20: Tu sei posseduto dal demonio), che era un bugiardo: (Matteo 27, 63: quello impostore ... ha detto...), (Giovanni 7, 12: No, inganna la gente!), che era una peccatore (Luca 7, 34: Ecco un mangione e un beone), un bestemmiatore (Matteo 26, 65: Ha bestemmiato! ). Inoltre, hanno detto che era un pazzo psicologico, un epilettico, un infame (Voltaire), un buffone, un ribelle, un comunista, un guerrigliero, ecc. Si tratta di sentenze emesse dalla passione, l'invidia e l'odio; e nessuno dei "nemici seri" di Cristo (i suoi "detrattori scientifici») hanno mai condiviso queste opinioni. 

Quindi, per rispondere alla Sua domanda bisogna che prendiamo spunto dagli autori seri e delle stesse parole di nostro Signore. Infine, dopo questo lavoro si arriva ad una conclusione molto suggestiva.

Dividiamo questo articolo di P.Miguel Angel Fuentes in tre parti. Ringraziamo  Francesco e Fiorella Sarubbo per il grande lavoro di traduzione.

1. Cosa hanno detto su  Cristo i suoi “seri critici”?

Riportiamo alcuni dei più famosi dei secoli XIX e XX

            L'apostata francese Joseph-Ernest Renan diceva:  Gesù  “... è la più alta regola di vita, il più noto e il più virtuoso. Lui ha creato il mondo delle anime pure, dove si trova ciò che inutilmente si chiede alla Terra, la perfetta nobiltà dei figli di Dio, la piena santità, l'astrazione totale delle contaminazioni del mondo, la libertà, la fine”[1]. Anche ha  scritto: "Tutte i secoli  proclameranno che fra i figli degli uomini non è nasciuto nessuno superiore di Gesù"[2].
            Il modernista  ed eretico Alfred Loisy è stato costretto a riconoscere che "si sente in tutto, nei Suoi discorsi, nelle Sue azioni, nel Suo dolore, un qualcosa di divino,  che innalza Gesù Cristo, non solo al di sopra dell'umanità ordinaria ma soprattutto al di sopra di quello più prezioso dell'umanità "[3].
            Il grande teologo razionalista e protestante Adolf  Von Harnack riconosce che Gesù "ha portato alla luce per la prima volta, il valore di ogni anima umana, e nessuno può annullare ciò che Lui ha fatto. Qualunque sia l'atteggiamento che si prenda di fronte a Gesù Cristo, non si può fare a meno di riconoscere che, nella storia, è Lui che ha sollevato l'umanità a questa altezza "[4].
          Il critico inglese John Middleton Murry ha confessato: "Gesù è il più divino degli uomini"[5].
            Auguste Sabatier, che divenne decano della facoltà di teologia protestante di Parigi, scrisse: "Gesù è l'anima più bella che sia mai esistita: sincera, pura, è stato sollevato ad un'altezza a cui l'uomo non può mai arrivare» [6].
       Paolo Wernle continua dicendo: " Quello che sconcerta in Gesù è che Lui era consapevole di essere più di un uomo, mantenendo, tuttavia, la più profonda umiltà di fronte a Dio" "E' del tutto impossibile rappresentare una vita spirituale come quella di Gesù"[7].
            Il più pagato dei poeti pagani moderni, Wolfang Goethe chiamò : "L'uomo divino, il santo, il tipo e il modello di tutti gli uomini" [8]. E anche: "Mi inchino davanti Gesù Cristo come la rivelazione divina del principio supremo della moralità”. [9]
L’ultrarazionalista Strauss è stato anche costretto ad ammettere: "In qualsiasi posto o momento nessuno potrà mai superare e nemmeno eguagliare Gesù "[10].
            E uno dei padri della rivoluzione francese e la moderna concezione della libertà entesa come  dissolutezza, Jean Jacques Rousseau, ha avuto il coraggio di dire nella sua professione di fede del Vicario savoiardo: "Confesso che la maestà delle Scritture mi colpisce; la santità del Vangelo mi parla al cuore... Sì, io credo che: se la vita e la morte di Socrate sono quelle di un saggio, la vita e la morte di Gesù sono quelle di un Dio! " [11].
           E potremmo riportare molti altri. Il grande apologista Leoncio di Grandmaison.  SJ , ha scritto parlando dei razionalisti tedeschi del XIX secolo: “ tutti ammettono che il Maestro Nazareno ha superato la comune altezza dell’umanità, che ha aperto veramente la pura vita religiosa, e che per tali titoli ci si può considerare  un “profeta”, e un eroe di ordine spirituale. Ma nessuno sostiene la divinità del Signore nel senso tradizionale di questa  parola. Quasi tutti si rifugiano nell’ammirazione della “personalità” di Gesù, sottolineando il Suo carattere sublime, nel Suo senso della realtà "[12].

Proprio per questo motivo tutti sono bloccati in un circolo soffocante: accettano un Cristo insolitamente grande, che non è Dio ...




[1] Rénan, Vie de Jésus, citato per A. Arrighini, Juicios humanos sobre Cristo, Ed. Excelsa, Buenos Aires 1947, p. 190.
[2] Rénan, Vie de Jésus, citato per A. Arrighini, Juicios humanos sobre Cristo, Ed. Excelsa, Buenos Aires 1947, p. 190.
[3] A. Loisy, Le Quatriéme Evangile, 1903, cit. per Laburu, p. 73.

[4] A. von Harnack, Das Wesen des Christentums, 1091, pp. 33-34; cit. per Laburu, p. 73.
[5] J. Middleton Murry, Jesus Man of Genius, London and New York, 1926, cit. per Laburu, p. 75.
[6] A. Sabatier, Esquisse d’une Philosophie de la Religion d’après la Psycologie et l’Histoire, Paris 1890, cit. per Laburu, p. 75.
[7] P. Wernle, Die Afange unseres Religion, 1901, p. 25, cit. per Laburu, p. 74.
[8] W. Goethe, Entretenimiento con Ekerman, vol. III, cit. per Arrighini, p. 216.
[9] W. Goethe, cit. per Laburu, p. 76.
[10] Strauss, Del passagio e del permanente nel Cristianesimo, cit. per Arrighini, p. 190.
[11] J.J. Rousseau, Profesión de fe del vicario saboyano, cit. per Arrighini, p. 190.
[12] L. de Grandmaison, Jesucristo, Ed. Litúrgica Española, Barcellona 1941, p. 371-372.

martedì 12 marzo 2013


Conclave: regole e modalità
 per l'elezione del Papa

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La Chiesa intera vive un momento di speciale preghiera e di attesa per l'elezione del nuovo vicario di Cristo sulla terra. Come ha chiesto il cadr. Angelo Sodano nell'omelia della Messa pro eligendo Papa, preghiamo perché il Signore ci conceda un Pontefice che svolga con cuore generoso la luminosa missione di presiedere la Chiesa. 

Una data già storica quella del 12 marzo 2013, che segna oggi l’inizio del Conclave: 115 i cardinali chiamati ad eleggere il secondo Papa, dopo Joseph Ratzinger, del Terzo Millennio: il 266.mo Pontefice della Chiesa cattolica apostolica romana. Ma cosa accadrà prima dell’atteso annuncio “Habemus Papam”?

“Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto”: così i 115 cardinali elettori al momento del voto, a partire, se lo vorranno, da oggi pomeriggio. Tutto è pronto nella Cappella Sistina per ospitare l’evento: i porporati raccolti nella Cappella Paolina del Palazzo apostolico, cantando il Veni Creator vi si recheranno in processione alle 16.30, accompagnati da prelati, cerimonieri e dalla Cappella musicale pontificia. Sotto le volte michelangiolesche del "Giudizio Universale", pronunceranno il giuramento di fedeltà alla Chiesa, di difesa dei diritti spirituali e temporali e della libertà della Santa Sede, e di segretezza assoluta su tutto quanto attiene l’elezione del Pontefice. A questo punto, il maestro delle Celebrazioni liturgiche, mons. Guido Marini, pronuncerà l’extra omnes, il "fuori tutti", che non riguarderà lo stesso mons. Marini e il cardinale non elettore, Prospero Grech, che terrà la seconda meditazione ai porporati. Entrambi poi lasceranno la Sistina assieme a mons. Marini. 

Sigillata la porta di accesso alla Cappella Sistina, i cardinali potranno procedere al primo scrutinio segreto o rimandarlo al giorno dopo, quando le votazioni saranno due al mattino e due alla sera, al termine delle quali - intorno alle 12 e alle 19 - le schede saranno bruciate in due stufe, originando dal comignolo posto sul tetto della Cappella Sistina le fumate nere o bianche a seconda dell'avvenuta elezione o meno. Se l’elezione avvenisse nel primo scrutinio del mattino o del pomeriggio, l’orario della fumata bianca sarebbe senz’altro anticipato tra le 10.30-11 e le 17.30-18.

Se a tutto giovedì, dopo 12 o 13 votazioni, non si sarà raggiunta una maggioranza di due terzi, ovvero 77 voti su 115, vi sarà una pausa – massimo 24 ore – di preghiera e di libero colloquio ed una esortazione spirituale del cardinale protodiacono Jean Louis Tauran. Quindi, se necessario, altre 21 votazioni, con pause di preghiera e riflessione ogni sette. Giunti al nono giorno - dopo 33 o 34 scrutini senza esito - si procederà al ballottaggio tra i due cardinali con maggior consensi, che non voteranno e dovranno comunque raggiungere la maggioranza stabilita. 

Quando il voto andrà a buon fine: il neoeletto Papa dovrà accettare e scegliere il nome. Solo a questo punto vi sarà la fumata bianca che precederà l'"Habemus Papam", l’annuncio del cardinale protodiacono, Jean-Louis Tauran, dalla Loggia delle benedizioni della Basilica di San Pietro, dove si affaccerà dopo aver indossato i paramenti papali il nuovo Vicario di Cristo.


 Fonte: 2013-03-11 Radio Vaticana

lunedì 4 marzo 2013



Scelta della propria professione 


Il Cardinale Newman scrisse questa preghiera: «Guidami, luce di bontà. Non ti chiedo di illuminarmi tutto il sentiero, però illuminami passo dopo passo. Tu sai, Signore, che non ho mai peccato contro la luce». Peccare contro la luce è rifiutarsi di seguire ciò che la propria coscienza mostra ad ognuno quale sia il suo cammino nella vita. Vi proponiamo il primo capitolo del libro del santo cileno Alberto Hurtado che parla appunto dell'importanza vitale della scelta della propria professione.  


Il problema più importante che deve interessare un giovane è la scelta della propria professione. A ragione si afferma che tutto il futuro di un uomo dipende da due o tre sì, due o tre no che egli dà quando è  giovane tra i quindici e i venti anni.

La maggior parte dei giovani, disgraziatamente, non focalizza seriamente questo problema, o almeno non lo prendono dal punto di vista cristiano. Molti si decidono ad essere ingegneri, o medici, perché gli piace di più, o perché queste professioni fanno guadagnare più denaro. Scelgono legge o commercio perché sono più facili e gli lasciano più tempo. Seguono le professioni industriali perché tuttora si vedono meno frequentate e hanno più futuro economico. Allo stesso modo, dopo, si sposeranno perché “sì”, perché gli piace, perché lo desiderano. Il gusto, il desiderio, il futuro economico, sono ordinariamente i fattori decisivi.


Ma coloro che hanno preso questo libro tra le mani si domanderanno sorpresi: ci sono per caso altri elementi da prendere in considerazione? Sì. C’è un altro punto di vista che è fondamentale per un cristiano: la volontà di Dio su di me.  

I padri di famiglia e gli amici rare volte offrono un vero aiuto, poiché nemmeno loro scelsero in altra maniera. I loro consigli insisteranno ordinariamente sugli stessi aspetti sui quali i giovani si erano già fissati: interesse economico, futuro, visibilità, possibilità offerte nella vita sociale del loro ambiente. E così si vanno formando un criterio che prescinde con tutta naturalità da Dio; inoltre, questi si stupirebbero profondamente se una considerazione soprannaturale pretendesse di intervenire in una questione apparentemente tanto umana.

E, tuttavia, dalla buona scelta della propria professione, fatta con criterio soprannaturale, dipenderà in gran parte la felicità o disgrazia della vita. La pace della coscienza, l’allegria del cuore; o molti turbamenti, tristezze, svenimenti, questi saranno i premi o i castighi di una scelta bene o mal fatta. Sono molti coloro che si lamentano amaramente per il fatto di stare dove non devono. Imbronciati, nevrastenici o nevrotici, rinnegano la loro imperdonabile leggerezza. Vorrebbero ritornare indietro… però molte volte è tardi e non possono ricominciare il cammino.

L’eternità stessa è compromessa in questo problema della scelta di vita. L’eternità dipende dalla morte… la morte dalla vita… la vita stessa dipende dalla professione scelta in quanto questa è una sua parte. Si prosegue, dunque, da quanto sia di capitale importanza il considerare maturamene davanti a Dio lo stato che io debba seguire.

Giovane che sei dinanzi al problema della scelta: non peccare contro la luce. Chiedila a Dio, desiderala; e una volta ottenuta seguila da dietro, come i Magi seguirono la stella che li portò fino a Gesù alle porte di Betlemme.

Sant'Alberto Hurtado