giovedì 18 aprile 2013


Sono lecite le relazioni 

sessuali prematrimoniali?


          Domanda: Perché sono illecite le relazioni prematrimoniali? Non mi riferisco a qualsiasi atto sessuale tra persone non sposate ma a relazioni tra fidanzati che hanno una seria intenzione di sposarsi.

          Risposta: Nella domanda si intende per relazione prematrimoniale l’atto sessuale completo tra fidanzati che hanno una seria intenzione di sposarsi o almeno che stanno pianificando seriamente questa possibilità. Andiamo a considerare queste condizioni, anche se non cambia sostanzialmente il giudizio morale rispetto ad altre relazioni sessuali tra persone che non hanno nessuna intenzione di sposarsi.


 1. Un problema molto attuale...
  
          Questo tipo di relazioni si è esteso molto in questi ultimi tempi tanto che molti lo giudicano come una normale attitudine, come una carta di cittadinanza che vale per tutto il fidanzamento. Le cause della sua propagazione possono vedersi in alcuni distinti fenomeni della nostra epoca come:

–La riduzione dell’ amore al sesso.
–La riduzione del sesso alla genitalità.
–La prolungazione indefinita di alcuni fidanzamenti.
–Il continuo bombardamento della pornografia nei mezzi di comunicazione.
–La facilità al ricorso a mezzi contraccettivi e la mentalità anticoncezionale e abortista che si trova nello stesso matrimonio.
–La perdita del senso della castità e della verginità.
–La mancanza di educazione del carattere e della affettività in generale.

     
Il giudizio morale sulla fornicazione è molto chiaro: “ La fornicazione è l’ unione carnale tra uomo e donna fuori dal matrimonio. È gravemente contrario alla dignità delle persone e della sessualità umana, che è naturalmente ordinata al bene degli sposi ed alla generazione ed educazione dei figli”[1].

Alcuni cattolici moralisti e fedeli cattolici credono che le relazioni prematrimoniali non entrerebbero nella stessa categoria. Secondo alcuni i fidanzati dovrebbero giocarsi il progetto di amore del loro futuro matrimonio. Così come non si può negare che i fidanzati  che vanno a sposarsi si amino veramente, cosi tanto meno si potrebbe dire che tali relazioni fortifichino il  loro amore. Altri moralisti affermano che si giustificano in circostanze straordinarie o difficili e supposta la volontà seria di sposarsi pubblicamente a loro debito momento. Che dire di queste opinioni?


2- Il giudizio morale: le relazioni prematrimoniali sono intrinsecamente dannose

       Le relazioni  prematrimoniali sono cattive per se stesse (vuol dire, “a causa del loro stesso oggetto”) e anche se non si può negare che i fidanzati si amino, si può affermare che la relazione sessuale non è una manifestazione autentica dell’amore in questa tappa della loro vita. 
Perché? Fondamentalmente perché “l’ atto sessuale” tra uomo e donna è la manifestazione piena ed esclusiva della coniugalità, ed i fidanzati mancano della coniugalità anche se sono ordinati ad essa e si stanno preparando per accoglierla. 
È la manifestazione piena dell’amore coniugale, perché nella relazione sessuale gli sposi raggiungono la massima unione fisica e, attraverso di essa, raggiungono la massima unità affettiva e spirituale. 

Lì sono una “sola carne” e mediante questo atto anche “un solo Spirito”; perciò è anche la manifestazione esclusiva della coniugalità in quanto solo all’interno del matrimonio è lecito realizzare la sessualità.



                Perché dentro il matrimonio? 

Per il linguaggio del corpo, l’atto sessuale è parte del linguaggio umano: ha un significato unico, irripetibile e irrinunciabile. Quello che questo atto “dice”, è vero solo quando c’è di mezzo un’unione  matrimoniale definitiva. Cosa dice questo atto? “Donazione totale”. Una donazione è veramente totale quando include: 

1º- tutto quello che si è 
2º - in modo esclusivo 
3º- per donarsi 
4º -per tutta la vita


La donazione tra gli sposi è totale quando include: 1º- tutto quanto si ha (corpo, anima, affettività, presente e futuro); 2º- in modo esclusivo (vuol dire a una sola persona con esclusione di tutte le altre); 3º- nello stato più perfetto nel quale si può essere (né diminuito o deteriorato, come succede quando le capacità sono state annullate precedentemente per mezzo di anticoncezionali e sterilizzazioni); 4º -per tutta la vita (esso si garantisce solo attraverso l’assunzione di responsabilità pubblica che si dà  col consenso matrimoniale). Questi elementi si possono vivere solamente in un matrimonio celebrato.


Nella relazione prematrimoniale non si  hanno queste condizioni. In effetti:

1º- Non si dà quanto si ha, in quanto  non può dare tutto colui che non ha pronunciato pubblicamente il “si matrimoniale” davanti alla società; non ha impegnato il suo futuro, non ha corrisposto pienamente, non ha manifestato una responsabilità. Il vero amore è un atto “oblativo”, un dono totale di sé dell’altro; al contrario, nella relazione prematrimoniale (e  lo stesso in quella extramatrimoniale), quello che è primario psicologicamente non è l’atto oblativo ma la ricerca egoistica del piacere: “l’altro” non è quello che si dà ma quello che si prende (questo vale per ciascuno).

2º -Non è esclusivo, o almeno non è necessariamente esclusivo; allora la mancanza del patto matrimoniale porta molte volte alla rottura del fidanzamento (incluso quello più serio) e all’ instaurazione di nuovi fidanzamenti; in questo modo le relazioni prematrimoniali si hanno con distinti uomini e distinte donne

3º- Non si dà generalmente nello stato più  perfetto: “la maggior parte delle volte escludono la prole”[2].

4º -Non è per tutta la vita: per confermarlo  come unico atto che si fa indissolubile dopo il patto, con il quale si intende la celebrazione valida del matrimonio.




Allora come si devono comportare i fidanzati? Possono stabilirsi le seguenti norme morali per regolare la condotta dei fidanzati:

1º- sono lecite le dimostrazioni di affetto, accettate per le abitudini e usanze, che sono segno di cortesia, urbanità ed educazione;

2º- sono illecite le espressioni pudiche (abbracci, baci, sguardi,pensieri, desideri) con l’ intenzione espressa e deliberata del piacere venereo o sessuale, anche se non si ha la volontà di arrivare alla relazione sessuale completa;

3º- a maggior ragione sono illecite le espressioni impudiche e le relazioni sessuali complete.


Riassumendo: “si riserveranno per il tempo del matrimonio le manifestazioni di tenerezza specifiche dell’amore coniugale”.                


P. Miguel Angel Fuentes, IVE
Traduzione: Tullia Trevisan




[1] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2353
[2] Cf. Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Persona humana, su alcune questioni di etica sessuale, 29 dicembre 1975, n. 7.

mercoledì 17 aprile 2013


Consigli per un buon fidanzamento


          Voglio vivere un buon fidanzamento in modo tale da avere anche un matrimonio sano. Ho 24 anni e la mia fidanzata ne ha 23, vorrei alcuni consigli da parte sua.

 Risponde P. Miguel Ángel Fuentes


Carissimo:

        Per risponderti riassumo alcuni pensieri del libro Para Salvarte, di P. Jorge Loring. Ti raccomando una lettura completa e attenta di questo libro.

1. La prudenza nella scelta della fidanzata o del fidanzato
              
           La scelta del tuo compagno/a è personale ma devi farla con molta cautela. Non ti fidare dei ragazzi artefatti che vanno bene per le telenovelas e per i film ma nella vita reale sono poco idonei per farti felice. Fidati anche poco della tua vista perché l’amore acceca. Tua madre potrebbe aiutarti molto a spiegarti questo. Lei ti conosce meglio di chiunque altro; e lei, come nessun altro, desidera la tua felicità e il suo spirito intuitivo capisce all'istante se il tuo compagno/a potrebbe renderti felice.
Se hai dubbi su ciò che pensa tua madre, consultati comunque con una persona seria, competente e disinteressata. Non dimenticarti del proverbio russo: “Prima di viaggiare per terra, prega; se è per mare, prega due volte; e se ti sposi, prega tre volte”.


         Non si costruisce una famiglia solo basandosi su un sorriso, su una faccia attraente e sulla tenerezza che poi svanisce. Essa si costruisce basandosi su tutto ciò che è l’essenza dell’io: i pensieri, i desideri, i sogni, le delusioni, le disgrazie, le speranze, i momenti di allegria e tristezza.


Mentre si è innamorati rimangono alterate le facoltà percettive e deduttive in tutto quello che si riferisce alla persona amata. Quando ci si lascia trascinare dal fascino dell’innamoramento senza ascoltare la ragione, i difetti che esistono in queste particolari persone non si percepiscono, le qualità si sublimano… La mente non è equilibrata, ma profondamente inclinata verso l’oggetto dell’amore. L’innamorato idealizza la persona amata e la converte come centro delle sue aspirazioni. Il fascino che esercita in te la persona idealizzata può offuscare e occultare la realtà. Potete rimanere completamente ciechi a determinate circostanze che permettono di capire che è meglio non andare avanti con questa relazione. Il fascino può ingannare. L’amore tra un uomo e una donna è qualcosa di molto serio e si deve costruire su cemento solido.                             


Quello che si deve valutare prima di tutto è il valore personale del pretendente. Dopo vengono le altre considerazioni: faccia, rango e fortuna. Questi doni non sono disprezzabili ma non sono essenziali. Come prima cosa deve essere cristiano praticante e convinto. Se è pio, ancora meglio. Il matrimonio con un incredulo susciterà conflitti alla coscienza: può causare problemi ai figli sulla fede e le pratiche di pietà. Non basta il semplice fatto che sia battezzato. Alcune ragazze sono state ingannate su questo aspetto essenziale e coscienti della irreligiosità del fidanzato si sono sposate credendo di riuscire a convertirlo. Nella maggior parte dei casi non ha funzionato. Donne pie e buone che si sono unite in matrimonio con uomini poco religiosi o non praticanti, sono diventate anche loro così.

Bisogna anche tenere in considerazione la serietà e sobrietà del fidanzato. Sta attento con gli scapestrati: continueranno ad essere così, non credere che quest’uomo cambi le sue abitudini che ha preso durante la sua vita: donnaiolo, si dà al bere ecc. L’uso delle bevande alcoliche è uno dei fattori più influenti perché ci siano problemi nelle famiglie.

  
2. Per essere realmente amata...

                1) Non è necessario che tu sia provocante.
                La ragazza provocante fa male agli uomini, ma anche a se stessa. La bellezza fisica è, certamente, un fattore importante e per questo deve stare attenta ed accentuarla con accuratezza e naturalità, senza esagerazioni, stravaganze e sfacciataggine. L’attrazione sessuale può attrarre in parte l’uomo; ma voi volete come sposo un uomo nella sua interezza. Non dimenticate che gli uomini potranno trovare certi tipi di donne per divertirsi; però cercano un altro modo molto diverso per sposarsi. La bellezza femminile attrae gli uomini ma non è indispensabile per sposarsi. Gli uomini cercano ciò che dà valore alla donna: il suo incanto, la sua femminilità e le sue virtù.

                2) Essere elegante...ma principalmente virtuosa...

                Le ragazze devono essere eleganti nel loro modo di vestire e di sistemarsi, inoltre devono essere allegre, discrete e dolci in tutto il loro modo di essere. Non trascurare la cura di te stessa ma non pensare di voler conquistare solamente con la tua bellezza fisica. Fa che s’innamori delle tue virtù spirituali. Il marito si può stufare di una donna bella; di una donna virtuosa non si stancherà mai.

                3) Non essere pedante...
                Per farti scegliere non è necessario sembrare né pedante né saggia. All’uomo piace dominare ed essere superiore. Ha paura della donna che lo superi. Bisogna essere colta ma in modo discreto. I ragazzi non scelgono neanche coloro che hanno  un carattere troppo autoritario; nemmeno quelle dominanti e quelle che hanno gesti bruschi e rigidi. Loro cercano l’incanto, la dolcezza e l’amabilità. Ascoltalo quando lui ti dice qualcosa di se stesso e delle sue cose. Mostragli attenzione e interesse.

               4) Non essere capricciosa...
                A un ragazzo onesto non  piacciono le ragazze capricciose, le viziate e quelle che continuano a cambiare umore, cioè oggi allegre ed esuberanti, domani depresse, pessimiste e tristi...
               
5) Prepararsi in vista di una futura famiglia
                La tua attrazione personale serve per suscitare l’inclinazione e l’amore verso di te. Però per far sì che questo amore perduri mancano molte altre cose. L’uomo si dispera con una donna che sperpera e che non sa amministrare. Lui vuole una donna che lo segua in tutto quello che lui vince con lo sforzo. Gli piace la casa pulita, i vestiti in ordine, il  buon cibo ecc. Tutta la tua attrazione fisica è incapace di dare felicità al marito se non sei capace in queste cose. Per questo tutte le ragazze dovrebbero imparare a tenere una casa ed essere coscienti di essere donna: cucina, medicina, economia della casa e tutto ciò che riguarda anche l’organizzazione della casa stessa. L’arte di essere madre è difficile e complicata. Tutto questo ha bisogno di molto apprendimento.

                6) Il pudore
                Il pudore della donna è una delle cose che colpisce molto l’uomo. L’incanto del pudore immobilizza l’uomo da altre attrazioni. Il pudore è un sentimento intimo per il quale una donna rendendosi conto della sua bellezza fisica e dell’attrazione che esercita, si preoccupa di riservarlo per il giorno nel quale potrà donare totalmente se stessa. Per questo il pudore si riflette nel modo di vestire, nei modi d’essere e in molte altre cose. Il pudore sa incontrare l’equilibrio tra l’andare in giro vestita elegantemente e ciò che invece risulta provocatorio. Il pudore è la grande muraglia che difende la castità.

3. Per quanto riguarda il ragazzo

                1) La purezza
                Anche la donna ha il diritto alla purezza dell’uomo. Il miglior regalo di nozze che può aspettarsi una persona è la verginità della compagna/o con il quale si va a sposare.

                2) Rispettare la purezza della tua ragazza e scegliere tra quelle caste...
                Bisogna tornare ad essere rispettosi cavalieri nei confronti della donna che poi sarà futura moglie e madre; ella è degna di tutto l’affetto, rispetto e venerazione. La tua ragazza deve essere la madre dei tuoi futuri figli. Ricordati delle tue sorelle e delle tue future figlie...Tratta la tua ragazza come ti piacerebbe che gli altri la trattassero. Non voler trattare la tua ragazza come una di quelle disgraziate che si lasciano andare alla lussuria. Sceglierai tra queste la futura madre dei tuoi figli? Una donna si vergogna di essere trattata come tale. Ciò che la lusinga è un amore molto superiore: colui che la sposa e forma insieme a lei una famiglia. Rispetta la tua ragazza come vorresti che si rispettasse tua madre. I sacrifici che per suo il bene imponi a te stesso, sono prova di vero amore. Se vuoi veramente bene alla tua ragazza, devi volere il suo bene prima del piacere. Questo vuol dire amarla. Un giovane che vuole bene a una ragazza invece di usarla, approfittarsene e seguire i suoi istinti, deve elevarla e renderla divina. Rispetta la tua ragazza anche se lei non sa farsi rispettare; il pudore è il tesoro della sua purezza. Cerca una ragazza che ti piaccia e che non sia una di quelle passeggere e se non è una che segue le virtù, vedrai che ti stuferai subito e lei perderà tutto ciò che ha di attraente.

                Impara ad innamorarti del carattere e delle virtù dell’anima, che sono stabili e sono ciò che rende realmente  degne di stima  una persona. Impara ad apprezzare di più i doni dell’anima che quelli del corpo. Puoi sposarti con una star ma essere disgraziato, come tanti divorziati che vediamo in tv. Al contrario, se ti sposi con una donna docile, amabile, servizievole, generosa, virtuosa, femminile, delicata, di buon cuore, che sappia portare avanti la casa e la famiglia ma soprattutto cristiana, allora hai davanti a te un matrimonio felice

                3) Studia la tua ragazza...
Quando esci con la tua ragazza approfitta di tutte le occasioni per studiare sempre il suo carattere e il suo modo di essere. Hai osservato se le piacciono i bambini e se gioca con loro? É una donna lavoratrice o le piace solo divertirsi? Sa portare avanti una casa o l’unica cosa che sa è civettare con il primo che le capita? Le piacciono i lavori di casa? Se non corrisponde a questi requisiti, è molto probabile che dopo esserti sposato tu rimanga molto deluso. Se a lei non le piace la casa, preparati a vivere in un porcile. Se tu vuoi aiutarla ben venga, ma dovrebbe essere la donna ad occuparsi della casa. Gli uomini, generalmente, non sanno fare questo tipo di cose. É molto importante che i fidanzati si conoscano molto bene prima di sposarsi.

 4. Per tutti e due...

                1) Conoscersi... ma non peccare...
                Il tempo del fidanzamento serve per conoscersi e amarsi gradualmente. Il fidanzamento è voluto da Dio, cioè Dio ha fatto sì che il matrimonio fosse indissolubile e la persona che sposerai sarà con te per tutta la vita; devi conoscerla bene prima di sposarti. Giustamente è naturale che in certi momenti dobbiate avere più confidenza tra voi ed essere più intimi per conoscervi meglio. Ma dovete essere molto discreti nelle manifestazioni d’amore se non volete rovinare la vostra relazione. Non dovete permettere all’altro molte cose che vi chiede con insistenza. È necessario che sappiate portare avanti il vostro fidanzamento con l’austerità che esige il Vangelo. Se macchiate di peccati il vostro cammino verso il matrimonio sperate che Dio vi benedica dopo? Quanti matrimoni crollati per aver commesso precedentemente dei peccati!
               
2) Arrivare puri al matrimonio.


                 Il miglior regalo di nozze che aspetta una persona è la verginità del suo compagno. Prendi come esempio questo prezioso motto: “Fedeli fino alla morte e puri fino all’altare”. Alcune volte le ragazze cedono dinanzi alle esigenze immorali del ragazzo che amano; non riescono a resistergli. Il ragazzo ti vuole pura, fragrante come un fiore. Se ti macchi perdi il tuo fascino. La mia esperienza da sacerdote mi ha fatto conoscere diversi casi in cui si sono decisi a scegliere una ragazza invece di un’altra, attratti appunto dall’intransigenza delle donne di essere pure.  Per questo la purezza è uno dei maggiori tesori che deve avere una ragazza. Un uomo, come  Dio comanda, si vergogna del fatto che sua moglie, in vita, sia stata una avventurosa.  Guarda quello che scriveva un giovane in una sua lettera: “ Come mi piacerebbe la mia futura sposa? Più bella interiormente che esteriormente, anche se il secondo aspetto non va trascurato. Una donna pia e con molta cultura più di chiunque altro, ma ovviamente non deve disprezzare la cultura generale”. Così pensano i giovani quando parlano seriamente. Vuoi in poche parole alcune qualità femminile che catturano l’attenzione del ragazzo? La semplicità, il sorriso, la delicatezza, l’amabilità, la dolcezza, il candore, unite tutte a una solida pietà e a una purezza intoccabile.

      L’uomo che chiede libertà inappropriate a una donna prima del matrimonio, lo fa perché si lascia portare dalla passione sfrenata; sta sicura che non l’ama abbastanza per proteggerla contro l’animale che c’è nella sua natura mascolina. Se il tuo ragazzo ti chiede cose che la tua coscienza non ammette, rifiutalo il prima possibile. Non ti farà felice. Il suo amore ha come fine se stesso, il suo egoismo e la sua concupiscenza. Se ti ama veramente cercherebbe il tuo amore senza tener conto dei suoi appetiti. Se preferisce sacrificare la tua purezza, la tua coscienza e la tua anima al suo appetito disordinato, che prove hai che ti ami veramente? Chi ti ama potrà accecarsi in un momento di passione; ma quando si scontra con la tua rettitudine  riconosce la sua mancanza, ti chiede perdono e si sente orgoglioso della tua virtù.
Non lo dimenticare. I peccati impuri con il tuo ragazzo fanno sprofondare te e lui. Per questo è una bugia quando ti dice al fine che tu ceda: “ Tu non mi vuoi bene, mi sembra che non ti interesso, sei fredda”.
Questo è un vecchio trucco; se cadi in questa trappola ti pentirai. Anche lui se ti vuole veramente bene si pentirà. Come ho detto prima, i ragazzi non si vogliono sposare con donne libertine. Questo succede sempre tra i bravi ragazzi. Se un ragazzo preferisce sposarsi con una donna vergognosa solo perché è bella, allora lui è stupido. La bellezza della donna non renderà di sicuro felice il matrimonio.
Se Dio chiede la purezza alle ragazze non è per capriccio ma perché è necessario per la felicità del matrimonio. Non mi dire che cedi a causa del suo amore. Se lo ami non puoi cedere; se pecchi fai uno dei danni peggiori: la condanna all’inferno. Se lo ami, lo salvi; anche se questo esige sacrificio. Lasciarlo peccare non vuol dire amarlo ma ucciderlo.



Bibliografia per approfondire:
                P. Jorge Loring, Para salvarte, (ci sono varie edizioni)
                P. Carlos M. Buela, El noviazgo católico, Revista Diálogo  4 (1992), 7-22..


Traduzione: Tullia Trevisan



[1] Loring, Jorge, Para Salvarte, n. 68.

giovedì 11 aprile 2013


La Risurrezione di Gesù
(Parte III)


1.      Fondamenti della fede cristiana nella risurrezione 

La fede della comunità primitiva ha visto nella risurrezione del Signore un fatto reale, localmente e cronologicamente determinato, esattamente come la sua morte: Atti 10,40 ss.; 1,22; 3,15; 5,32; 13,31. Ma questo fatto che dev’essere spiegato. Come giunsero gli Apostoli, Paolo e i primi cristiani ad ammettere che Cristo era risuscitato da morte? Come fondarono la loro fiducia e giungono a sacrificare la propria vita per essa con gioia? Le primitive relazioni indicano come fondamento due fatti complementari: il sepolcro vuoto, e le apparizioni del risorto con il suo corpo.


a)      Il sepolcro vuoto.

Giuseppe di Arimatea aveva ottenuto da Pilato la consegna del cadavere e lo aveva deposto nel sepolcro nuovo che si era fatto scavare nella roccia (Mt 27,60). Il corpo era stato seppellito in un sepolcro ben determinato, non nella fossa comune dei malfattori. Questo sepolcro fu trovato vuoto il mattino di Pasqua con la Sindone “sgonfiata”. Quando le donne si recarono al sepolcro constatarono con spavento e stupore che la pietra era stata ribaltata ed il cadavere di Gesù non si trovava più nel sepolcro. Notizia accolta dai discepoli con scetticismo ed incredulità. Pietro e Giovanni dovettero convincersi della esattezza della notizia. Pietro, a Pentecoste, testimonia il sepolcro vuoto, quando applica a Cristo il Sal 16,8.11, secondo cui il Signore non doveva vedere la corruzione (Atti 2,31).
            Paolo, sebbene non parla direttamente del sepolcro vuoto, dice che Gesù è stato sepolto ed è risuscitato dal sepolcro (1Cor 15,4; Atti 13,29-30), paragona anche il battesimo con la sepoltura e la risurrezione del Signore (Rm 6,4; Ef 5,14; Col 2,12), quindi è al corrente del sepolcro vuoto.
           
           La constatazione che il sepolcro era vuoto ha provocato costernazione e perplessità. Neppure il messaggio dell’angelo fu sufficiente per convincerli (Mc 16,5). Soltanto quando il risorto si presentò loro in figura visibile compressero perché il sepolcro era vuoto e si radicò in essi la fede nella risurrezione. Che Gesù sia risorto a nuova vita con il corpo trasfigurato non fu una conclusione tratta dal cristianesimo primitivo, ma un fatto constatato direttamente attraverso alle apparizioni del risorto.



b)      Le apparizioni del risorto.

San Paolo ricorda 6 apparizioni, Matteo 2, Luca 4, Giovanni 4. Tutte le relazioni intendono raccontare un fatto storico e vogliono essere interpretate dell’apparizione reale, fisica del Signore. Gli Apostoli si sentono come testimoni responsabili della risurrezione, perché hanno visto il Signore, lo hanno toccato, hanno mangiato con Lui (cfr. Atti 10,40-41; Lc 24,38; Atti 1,4; Gv 21,12). Non hanno avuto visioni soggettive bensì incontri reali con il risorto.
       
       Obiezione: gli apostoli si sono ingannati nel ritenere come realtà oggettiva esperienze soggettive. Risposta: Gli apostoli era gente del popolo, sana, che lavorando all’aria libera e sul lago non erano inclini ad allucinazioni soggettive. Costituivano un gruppo eterogeneo di persone diversamente dotate, soggetti non facili all’influsso della psicologia di massa. Inoltre le apparizioni che ci vengono raccontate non rivelano un carattere di visioni soggettive. Da tutti i racconti risulta che gli apostoli non sono stati immediatamente convinti della presenza del risorto. Essi in un primo tempo credono di vedere qualcos’altro, e solo lentamente dopo aver superato i loro dubbi per il controllo diretto, si convincono della presenza corporea del Signore. Maria Maddalena crede di essere dinanzi l’ortolano (Gv 20,15-16); gli occhi dei discepoli di Emmaus non lo riconobbero (Lc 24,16). Quando Gesù appare agli Undici la sera di Pasqua, alcuni credono di vedere uno spettro e si convinsero della sua realtà corporea soltanto dopo averlo toccato e visto mangiare (Lc 24,38). I discepoli sul lago non lo riconoscono, solo dopo fatta la pesca miracolosa (Gv 21,4). Gli apostoli si piegano davanti ai fatti solo lentamente.

            Precisamente questo ritegno critico esclude l’origine puramente soggettivo della loro fede nella risurrezione. Quando si tratta di esperienze soggettive, l’uomo viene da prima afferrato e rapito dalla forza della propria eccitazione interna. Poco a poco privale la riflessione critica e la riserva dubbioso. I racconti delle apparizioni del Signore rispecchiano un processo inverso: da prima gli apostoli hanno considerato le apparizioni come immaginazioni e non hanno osato credervi. Solo dopo l’esame e l’indagine si convincono.


c)      Il breve spazio delle apparizioni.

Gli Atti parlano di 40 giorni, Paolo di una serie di giorni (Atti 13,31). Le apparizioni sono cessate improvvisamente, proprio quando la fede nella risurrezione era consolidata, e da Pentecoste escono in pubblico. Questo processo mostra che non è stata la fede nella risurrezione a generare le visioni soggettive, ma sono le apparizioni oggettive del Signore a creare la fede nella risurrezione.

            I sostenitori dell’evoluzione cercano di spiegare tutto mediante l’entusiasmo nella risurrezione della giovani comunità. Ma non spiegano come si sia potuto giungere a questo entusiasmo della risurrezione.
            La fede nella risurrezione esiste già un paio di anni dopo la morte del Signore come dimostra la conversione di Paolo. La convinzione della risurrezione al terzo giorno dopo la morte era sorta solo da esperienze immediate. Non c’è spazio di tempo per uno sviluppo lento e progressivo della fede nella risurrezione. Le visioni soggettive suppongo l’entusiasmo pasquale e la fede. E la fede e l’entusiasmo non si può comprendere senza visione oggettive...
            La fede nella risurrezione non ha potuto sorgere dall’intimo dei discepoli, perché vi è mancato ogni punto di appoggio. Gli apostoli non erano occupati di questo pensiero. Non avevano presso in considerazione la morte del Signore. Non avevano presso sul serio le predizioni della passione, non comprendevano (cfr. Gv 2,22; 12,16; 20,9; Lc 24,25-27). Essi non furono preparati dalle parole del Signore alla sua risurrezione ma alla inversa: le apparizioni del risorto offrono loro la chiave per comprendere molte azioni e parole del Signore. In modo particolare la nuova figura del Messia, non poteva essere creata dagli apostoli. Solo alla luce della risurrezione si rischiarano le ultime false idee del regno di Dio e della missione del Messia.
           


* * * * *

            Gesù il Cristo vive ed opera, e passa attraverso i secoli con la sua pretesa e con la sua benedizione. Sopravive nella Chiesa, nell’amore dei milioni di uomini che a Lui aderiscono. E non manca la testimonianza che rimane sempre la più verace: la testimonianza dell’odio di tutti le forze ostili a Dio: Egli è la pietra rigettata dai costruttori, che è diventata la pietra angolare. In nessun altro c’è salute (Atti 4,11-12).

lunedì 8 aprile 2013



La Risurrezione di Gesù
(Parte II)


Della risurrezione del Signore oltre che i 4 Vangeli, si parla negli Atti e s. Paolo (1Cor 15).


            a) Il Vangelo di Matteo: una apparizione alle donne, il giorno successivo alla Pasqua, un angelo annunzia la risurrezione a Maria Magdalena e l’altra Maria che vanno al sepolcro per ungere il corpo. Appare loro Gesù. Gli undici vedono Gesù sul monte di Galilea, dove dà loro il grande comando missionario (Mt 28,16 ss.).

Marco: visita al sepolcro di 3 donne, un angelo annunzia la risurrezione, incarico di trasmettere ai discepoli l’ordine di andare in Galilea. Nella finale racconta le apparizioni a Ma. Magdalena (Mc 16,9), ai discepoli di Emmaus (16,12), agli Undici mentre erano a tavola (16,14-15).

Luca: molte donne al sepolcro, l’ordine di due angeli, non ricorda apparizioni alle donne. Gli Apostoli pensano che è una chimera; apparizione ai discepoli di Emmaus (24,13 ss.), accenno alla visione di Pietro (24,34), apparizioni agli undici la sera di Pasqua (24,36) e prima dell’ascensione a Betania (24,50 ss.).

Giovanni: apparizione a Ma. Magdalena, la sera di Pasqua agli Apostoli senza Tommaso, otto giorni dopo con Tommaso, e apparizione sul lago di Tiberiade (cc. 20-21).

Gli Atti: breve relazione (1,3-9); prediche di S. Pietro sulla risurrezione: - nella scelta dell’apostolo: 1,22; - nella Pentecoste: 2,24. 32. 36; - nel tempio: 3,5; in casa di Cornelio: 10,40-43. Gli apostoli sono testimoni che Dio ha risuscitato Gesù, il crocifisso, al terzo giorni si è mostrato ai testimoni prestabiliti.

Paolo: nella lettera ai Corinzi cita sei apparizioni (Cefa, dodici, più di 500 fratelli, Giacomo, tutti gli apostoli, e a lui stesso: 1Cor 15,5-7).


            b) Riguardo all’attendibilità dei racconti si obietta che esso sono pieni di discordanze, anche contradizioni... Ad es. sono andate al sepolcro 3 donne (Mc 16,1; Lc 24,10), 2 donne (Mt 28,1), o una (Gv 20,1)... Gli angeli: uno (Mt 28,2. 5.; Mc 16,5) o due (Lc 24,4-5; Gv 20,11 ss.)... angeli fuori del sepolcro (Mt e Lc) oppure nel sepolcro (Mc e Gv)... le donne: non hanno detto nulla perché piene di timore (Mc 16,8) oppure tutte hanno portato la notizia agli Undici (Mt 28,8; Lc 24,9), o solo Ma. Magdalena (Mc 16,10; Gv 20,2)... gli undici hanno accolto il messaggio con scetticismo (Mc 16,13) oppure furono riempiti di giubilo (Lc 24,34).

            Tutte le relazioni sono concordi nel raccontare che le donne al mattino di Pasqua si sono recate al sepolcro per tributare al Signore il più presto possibile l’ultimo servizio della unzione. Ma il fatto decisivo è che questo servizio non è mai stato compiuto perché il sepolcro era vuoto.
        Le discordanze si possono spiegare che esse si riferiscono a diversi momenti del medesimo avvenimento. Al mattino di Pasqua ebbero luogo diverse visite al sepolcro, le donne, nella loro eccitazione, dal sepolcro corrono ai discepoli e tornano al sepolcro... sono costernate nel trovar vuoto il sepolcro e si riempiono di gioia quando sentono il messaggio... “Proprio nel loro squilibrio, rispecchiano la confusione e l’eccitazione di quelle prime ore del giorno della risurrezione” (C. Adam, 216). Essi presentano un sommario dell’avvenimento esterno, settori parziali, perché ad essi importa soltanto il grande fatto che il Signore è risorto. Nella loro ingenua semplicità i racconti acquistano persino valore storico, perché in essi non si è proceduto ad alcuna armonizzazione artificiosa e non poterono prestarsi a vuoti favole e leggende.

venerdì 5 aprile 2013


La Risurrezione di Gesù
(Parte I)


La risurrezione del Signore non è soltanto la verità salvifica centrale del Cristianesimo, ma costituisce anche la prova più sicura della missione divina di Cristo e dimostra ciò che abbiamo provato negli ultimi articoli: che Cristo è Dio. Se Cristo non è risorto, vana è la nostra predicazione e vana pure la nostra fede (1Cor 15,14). La risurrezione è il più grande miracolo operato da Gesù ed in Gesù; studieremo questa realtà in tre articoli incominciando da ciò che dicono gli avversari di questa verità di fede.  



1.      Avversari della risurrezione

            Gli oppositori, coscienti che la fede cristiana può essere scossa solo se vengono minati i fondamenti della fede nella risurrezione, muovono obiezioni contro di essa: o sull’attendibilità storica dei racconti della risurrezione, o che la interpretazione cristiana è falsa.


a)      Teorie che dicono che la Risurrezione è un’interpretazione falsa degli apostoli


            - Teoria dell’inganno: I discepoli delusi dalla morte di Gesù, vedendosi ingannati nelle loro speranze, rubarono il cadavere di Gesù e fecero circolare la falsa notizia della sua resurrezione, appellandosi al sepolcro vuoto (così S. Reimarus).
            - Ipotesi della sottrazione: Gli apostoli furono sorpresi della scomparsa del cadavere del Signore, i giudei avrebbero portato via il cadavere; o Giuseppe di Arimatea lo avrebbe sottratto o trasferito dal sepolcro provvisorio in un altro più onorifico; o per un terremoto sarebbe caduto in una voragine. La scomparsa del cadavere avrebbe messo in sospetto i discepoli e fatto sorgere in loro il pensiero della risurrezione.
            - Teoria della evoluzione: a la fede sarebbe di attribuire l’origine dei racconti della risurrezione. Dopo la fine tragica di Gesù, poco a poco si sarebbe ripresa la fede dei discepoli. La figura di Gesù con il passare del tempo e le sue dottrine religiose apparvero ora sempre più in una luce trasfigurata. Il suo messaggio continua a vivere ed agire... questo entusiasmo religioso e le allucinazioni che furono i loro effetti, portarono a pensare al modo delle divinità pagane che muoiono e risorgono...


b)      Teorie che negano la veracità dei racconti sulla Risurrezione


            - Teoria della morte apparente: Gesù non era morto, ma al momento della sepoltura era in stato di catalessi, dal quale si riprese in seguito a circostanze favorevoli. Il colpo di lancia, l’imbalsamazione, il freddo del sepolcro, l’aria rinfresca da un temporale... lo rianimarono. Così si presentò ai suoi, ora come ortolano, ora come pellegrino, inducendoli in tal modo a credere nella sua risurrezione miracolosa (così H. Paulus).
            - Teoria della visione: I racconti della risurrezione non si fondano su apparizioni di Gesù fisicamente risorto, ma su visioni che i discepoli avevano avuto di lui. Hanno influito su queste visioni le idee del AT, specialmente la immagine di Giona in rapporto alla risurrezione il terzo giorno. E un fondamento positivo lo si vuole trovare nel racconto di S. Paolo (1Cor 15) in cui pone le apparizioni ai discepoli sullo stesso piano della sua visione di Damasco... ma questa era solo psicologica, e non una apparizione di Cristo fisicamente risorto, quindi... (così D. Fr. Strauss).