mercoledì 22 maggio 2013


Giornate di Formazione


Nel Settembre 2012 abbiamo fatto per la prima volta le Giornate di Formazione, 5 giorni di conferenze, attività sportive, gruppi di riflessione, spettacoli e tante altre attività per poter dare risposta alle domande sulla fede in un ambiente di sana allegria e divertimento. Quest'anno le Giornate si svolgeranno a Tuscania dal 30 Agosto al 4 Settembre (per iscrivervi potete farlo a ggiovani@ive.org). Riportiamo qui la cronaca che ha scritto uno dei giovani partecipanti, Stefano Principe, dopo le prime Giornate di Formazione. 

di STEFANO PRINCIPE

Dal 31 Agosto al 5 Settembre 2012 sono state organizzate dall'Istituto del Verbo Incarnato nel Villaggio Betania, una meravigliosa struttura sul lago di Bracciano, delle giornate per universitari. Al momento della partenza non avevo la più pallida idea di cosa potessero mai essere. A chiunque me lo chiedeva rispondevo un po' vagamente cose del tipo “beh sai sono delle conferenze su temi filosofici, religiosi organizzate da un istituto che non ricordo neanche come si chiama” ma sinceramente non mi aspettavo tutto quello che poi si è rivelato essere. Lo speravo, certo. Ma non me lo sarei mai aspettato.

Prima di tutto l'ambiente: sono anni che frequento la Chiesa e che conosco sacerdoti di ogni genere ma, parola mia, non ho mai avuto a che fare con suore e seminaristi così giovani e così pazzi e con grandissima voglia di vivere e immenso amore verso il Signore. Penso che questa sia stata la prima cosa che ha stupito un po' tutti i ragazzi che hanno deciso di partecipare alle giornate. Quello che oggi si pensa è che uno debba essere o vecchio o pazzo per voler diventare sacerdote. Perchè buttare gli anni migliori della propria vita in quel modo? Queste persone ci hanno insegnato che dedicare la propria vita a Gesù nel sacerdozio è certamente un atto di pazzia, ma di pazzia che viene da un amore puro, libero e totale verso Colui che ha dato la propria vita sulla croce per ognuno di noi. Ci vuole coraggio per accettare una cosa del genere fino alla fine: da loro dobbiamo imparare cos'è la vera dedizione a Cristo.


Un altro aspetto molto bello delle giornate è stato sicuramente il tempo dedicato alla preghiera. Dalla S. Messa che veniva celebrata al mattino fino al rosario della sera, ogni preghiera era un momento vissuto da tutti noi con grande devozione. D'altronde l'atmosfera era delle migliori: la cappella ovviamente sempre piena e i canti contribuivano grandemente ad elevare lo spirito a Dio. Sono stati dei momenti veramente intensi in cui si riusciva a comprendere il grande valore della preghiera e del sacrificio reciproco. Cristo, mediante la preghiera, è stato la colla che ci ha unito ogni giorno sempre di più.

Le conferenze erano il centro delle giornate. Se ne seguivano quattro al giorno di 45 minuti l'una ma questo limite veniva sempre superato. Gli argomenti erano tutti molto interessanti e tutti finalizzati a dare al giovane le armi necessarie per combattere quello che succede oggi nella nostra società e col quale ci troviamo ad avere a che fare specialmente all'università. 

Sono state tenute conferenze sulla bioetica, in particolare riguardo l'aborto e il post-aborto (tra i relatori: Virginia Coda Nunziante e Claudia Navarini) e sul rapporto tra fede e scienza (Giovanni Zenone); sulla dottrina sociale della Chiesa e sulla sua indefettibilità; sulle varie forme di ateismo di oggi e sull'anima; sul tema della castità, del matrimonio e dell'amore ai tempi di internet (prof. Tonino Cantelmi); e dulcis in fundo (si fa per dire) le ultime quattro conferenze sul diavolo, sulla sua natura e su come agisce nel mondo (tenute anche dal Padre Buela, fondatore dell'Istituto). Ne avrò sicuramente dimenticata qualcuna. Il tutto intervallato da simpatiche pause caffè di cui si approfittava anche per fare domande di ogni tipo ai vari religiosi presenti o per comprare qualche libro.

Non potevano mancare momenti di divertimento, come in ogni vacanza che si rispetti. Il pomeriggio era solitamente dedicato ad attività sportive come calcio, pallavolo, kayak sul lago di Bracciano. La sera si cantava tutti insieme, si facevano tanti giochi e si assisteva ai grandi spettacoli di magia di un Padre brasiliano. La visita alla tomba di Giovanni Paolo II a Roma e il video de “La passione secondo S. Giovanni” di Bach hanno saputo unire perfettamente cultura e svago.

Insomma le giornate per universitari sono dei momenti di formazione, di divertimento, di preghiera; momenti importanti in cui si conoscono tante persone da ogni parte del mondo (fino a qualche giorno fa non sapevo neanche che esistesse il Tagikistan); di approfondimento del proprio rapporto con Gesù e è importante dirlo, di ottimo cibo. Io sono ovviamente molto contento di aver partecipato e una cosa è certa: l'unico modo per capire davvero che cosa siano queste giornate, è viverle. Spero che queste poche parole possano aiutare tanti giovani che desiderano una vera vita seguendo Cristo nella vocazione alla quale ci ha chiamato dall'eternità, che è la sola via che condurrà tutti noi alla felicità più grande, alla più piena realizzazione di noi stessi come esseri umani.

sabato 18 maggio 2013



La vita è un dono di Dio


La scorsa domenica 12 Maggio abbiamo vissuto a Roma il principale evento in difesa della vita in Italia e in Europa. Si parla di più di 30.000 partecipanti alla III Marcia per la Vita. Come cattolici abbiamo il dovere di difendere la vita umana sin dal momento del suo concepimento fino la sua morte naturale. 

Il Concilio Vaticano II ha definito l'aborto come "delitto abominevole".  In quest'articolo Elena ci scrive su una delle minacce alla vita umana nei nostri tempi: l'eutanasia. 


Proprio di pochi giorni fa è l’iniziativa dei Radicali italiani di raccogliere 50 mila firme per una proposta di iniziativa popolare a sostegno della legalizzazione dell’eutanasia nel nostro paese. La notizia ha avuto come amplificatore un video[1]: “AAA malati terminali cercasi”  in cui una donna gravemente malata, parla della sua decisione di recarsi in svizzera per lasciarsi uccidere. Ho sentito le parole di quella donna: era la voce di un’anima senza speranza, senza luce. Si sentiva completamente sola al mondo, nel buio.  Ha deciso di uccidersi perché ammette che la sua sofferenza sarebbe senza senso. Il dolore che le si prospetta toglie ogni esitazione: per lei morire è disintegrarsi, tanto vale farlo in maniera indolore. In tutto ciò questa povera donna ha trovato intorno a sé medici che addirittura l’hanno aiutata nel suo scopo di andare in Svizzera per lasciarsi uccidere sebbene lo stesso giuramento di Ippocrate (codice di deontologia medica) impedisce al medico di fare qualsiasi cosa che possa nuocere alla salute del suo assistito. Dio da senso ha ogni nostra sofferenza, la fede la profuma e l’amore la nobilita. Nel video si sente la frase: “la vita è mia e decido io”. Ma cos’è veramente nostro? È questa davvero un’azione libera? Solo la Verità ci rende Liberi.

Durante gli ultimi esercizi spirituali il sacerdote che teneva le conferenze ci ha detto una cosa che mi ha colpito molto: “Dio ci ha dato tutto. Questo lo vediamo nella creazione, nel fatto che ci ha dato il Suo Figlio che è morto e risorto per noi. Ci ha dato la sua S.S. Madre che costantemente intercede per noi presso di Lui. E anche personalmente ci ha dato la vita e ci mantiene in vita ogni singolo istante con una tenerezza infinita. E il bello è che avrebbe fatto tutto, creazione, incarnazione, morte e Risurrezione di Gesù anche per uno solo di noi.  Che altro poteva darci? E cosa mai potremo dare noi ad un Padre così buono? Tutto è Suo! Ma Dio ci ha dato ancora un’altra cosa e l’ha lasciata pienamente nostra: la libertà. La nostra libertà è l’indice del rapporto che Lui ha voluto instaurare con noi. Ci ha voluto figli e non schiavi.”

Questo è veramente nostro. Questo è quello che possiamo mettere nelle Sue mani. Solo così di facciamo scelte libere nella nostra vita. Questo da senso al dolore, alla vita. Questo ti salva dalla menzogna.  È falso credere che uccidersi ci toglie dai problemi, la morte non è disintegrazione, l’anima è immortale! Quando ho sentito la testimonianza di questa povera donna ho avuto tanto dolore perché era completamente nel buio e non ha avuto scampo. Quello che mi fa soffrire di più è che la sofferenza di questa signora e di altri come lei è strumentalizzata da una campagna di  menzogne che è mascherata con il solito perbenismo del “lasciar fare a chiunque ciò che vuole”, celando così la sua vera natura omicida. Si potrebbe pensare che il gesto di chi si uccide non fa male a nessuno (al di fuori di colui che lo esercita su se stesso) e invece  non c’è falsità peggiore. Quest’atto ferisce la Chiesa intera[2] con ripercussioni gravissime anche a livello socio-politico. Rimaniamo uniti quindi contro ogni tipo di propaganda che propugna ogni atto (eutanasia, aborto ecc.) che vada contro l’immenso dono della vita!

Affidiamo alla Misericordia infinita di Dio e a Maria S.S. tutto il mondo e in particolare tutte queste anime che soffrono così tremendamente, in modo che si crei sempre di più una vera cultura della vita![3]





[3] Petizione Uno di Noi: https://ec.europa.eu/citizens-initiative/ECI-2012-000005/public/index.do?oct_path=%2Fsignup.do&initiativeLang=it&oct_system_state=OPERATIONAL&oct_collector_state=true&currentLanguage=it

domenica 12 maggio 2013


Le due vie


Sii padrone della tua volontà
e soggetto alla tua coscienza.
(M. v. Ebner Eschenbach).

                Conosci la storia di Ercole, l’eroe della mitologia greca? Egli è il campione ideale della forza umana e del coraggio. La sua vita è una serie di eroismi. 

Era ancor nella culla e il suo nemico cercò di togliergli la vita, mettendogli due serpenti vicino; ma il forte fanciullo uccise le bestie che lo insidiavano. Egli vinse il dragone di Lerna dalle molte teste, incatenò il toro di Creta, sconfisse le Amazzoni, pulì la stalla di Augia e s'impadronì della mela d'oro delle Esperidi...; ebbene, questo eroe leggendario si trovò un giorno imbarazzato dinanzi ad una grave decisione.


Non era più un bambino, ma ormai un giovane vigoroso. Stava tutto pensieroso, quando d'improvviso gli apparvero due figure di donna:


“Vedo, Ercole ”- disse la prima - “che stai riflettendo sulla via da scegliere nella vita. Se tu prendi me, per tua amica, io ti condurrò per una via fiorita, dove ti sorriderà il piacere ed eviterai ogni difficoltà. Tuo unico pensiero sarà il mangiare, il bere, ed ogni altra soddisfazione dei sensi. Sii dunque mio seguace...”.
“Donna” - esclamò Ercole -“qual è il tuo nome?”
“I miei amici mi chiamano felicità. I nemici peccato” - rispose la visione.
              
Allora gli si avvicinò l’altra donna.
“Io non ti voglio ingannare” - cominciò ella - “ti dico chiaramente, che gli dei hanno unito ad ogni opera grande e buona il sudore ed il duro lavoro. Se tu mi segui, dovrai faticare. Vuoi che tutta la Grecia lodi le tue virtù? Sforzati di far del bene a tutta la Grecia. Vuoi che il tuo campo produca frutta bella e in abbondanza? Lavoralo assiduamente. Vuoi conseguire allori nella lotta? Addestrati alla scuola dei celebri maestri della scherma. Vuoi temprarti fisicamente e divenire forte come l’acciaio? Sottoponi il tuo corpo alla ragione ed abituati alla fatica ed al lavoro...”.

A questo punto essa fu interrotta dal “Peccato”:
“Senti, senti, Ercole, per quale aspra via vuol condurti questa donna!... Io invece ti condurrò danzando lungo la via del piacere”.

“Misera” - esclamò la Virtù - “cosa puoi dare tu di buono? Dì un po’, possiedi tu un sol briciolo di felicità?... Tu nulla fai per procurarla. Tu mangi e bevi senza averne bisogno; d'estate tu brami il ghiaccio e la neve. Tu pensi sempre al sonno, non perché tu sia stanca del lavoro, ma perché sei annoiata del tuo far nulla. Tu ecciti i tuoi seguaci ad amoreggiare prima del tempo. Tu spingi i poveri giovani immaturi, all'abuso delle loro più segrete energie, a far del male a loro stessi. Immortale tu sei, o vizio; ma gli dei ti hanno espulso dalla loro compagnia e gli uomini nobili ti disprezzano. I tuoi amici più giovani si rovinano fisicamente, ed i più vecchi sono immersi nelle tenebre dell’imbecillità... Nella loro giovinezza si sono rotolati fino all'eccesso nel fango del piacere impuro, ed ora, nei giorni della loro vecchiaia, trascinano il loro corpo infermo, lamentandosi; si vergognano delle loro azioni passate e sulle loro spalle pesa la stanchezza delle loro dissolutezze...Io invece occupo un posto d’onore presso gli dei e sto in compagnia degli uomini migliori. Senza di me niente di nobile si compie sulla terra. Gli artisti mi amano e vedono in me l’aiuto; i padri di famiglia mi considerano l’angelo protettore della loro casa. Gradevole è ai miei amici il cibo e la bevanda perché ne prendono soltanto quando ne hanno bisogno. Il sonno è molto più dolce per loro che non per i fannulloni, eppure non tralasciano nessun dovere per amore di esso. Sono stimati dagli amici, sono colmi d'onore, e quando l’ultima ora, destinata dalla sorte, suona per essi, non scompaiono nell’oscurità dell’oblio, ma la loro memoria continua a vivere gloriosamente nella posterità...”.

Tihamer Toth, Giovinezza pura

mercoledì 8 maggio 2013



Celebrità che raccontano le loro storie per lottare contro l’aborto

Jack Nicholson, Andrea Bocelli, Justin Bieber e Martin Sheen sono alcune delle figure del mondo dello spettacolo che resero pubbliche le esperienze delle loro famiglie per trasmettere un messaggio contro questa pratica.



'Famosi', 'celebrità', 'personalità', 'figure', 'personaggi'. Esistono molte espressioni per far riferimento a quelle persone famose che appaiono sempre, o molto spesso, nei mezzi di comunicazione globali. I motivi per i quali si lasciano vedere sulle copertine delle riviste o prendono parte ai programmi televisivi variano, ma sogliono avere relazione con la loro carriera. Senza dubbio, in queste occasioni, attori, cantanti e i vari artisti approfittano per la loro fama a raccontare storie personali, a volte molto intime, e diffondere messaggi che manifestano il loro pensiero. In questo caso, il rifiuto all'aborto.

Forse il tenore italiano Andrea Bocelli fu colui che si è manifestato nella forma più emotiva. Attraverso il suo canale espressivo più caratteristico, la musica, raccontò con mistero la storia di una donna che era rimasta incinta e che ebbe il suo bambino, nonostante le raccomandazioni dei medici che la assistevano. Con un sorriso buono e con le mani sulla tastiera di un piano a coda, ricordò che le suggerirono di abortire perché il bambino sarebbe nato con handicap. "Questa valorosa giovane sposa decise di non abortire, e il bambino nacque. Questa donna era mia madre, e il ero il bambino", rivelò. E aggiunse: "Forse sto prendendo una postura di parte, ma posso dire che la decisione è stata la giusta".
Dall’altra parte del mondo musicale e abbastanza più giovane, anche il cantante canadese Justin Bieber si è mostrato contro l’aborto, pur facendolo in un modo più tradizionale e diretto. "Realmente non credo nell’aborto. Credo che l’embrione sia un essere umano. È come uccidere un bambino", disse l’anno scorso nella rivista Rolling Stone, quando la sua intervista andò in copertina.

Dall’ambiente degli attori, uno dei quali si qualificò come "pro-life" (espressione inglese che significa “a favore della vita”) è Martin Sheen. Nel 1987, durante un’intervista con il famoso giornalista irlandese Gay Birn nello show "Meaning of life", Sheen raccontò che sua moglie fu il frutto di uno stupro. Seppur non scese in particolari, spiegò che dopo la sua nascita, sua madre aveva pensato di gettarla nel fiume. E ricordò che quando i suoi figli si ressero conto che stavano per diventare genitori, lui e sua moglie gli incoraggiarono affinché portassero avanti le gravidanze: "All’inizio non erano contenti, ma li appoggiamo. Adesso abbiamo tre nipoti, due di essi sposati; loro sono una delle più grandi fonti d’allegria della nostra vita", osservò.
Anche l’attore Jack Nicholson si è appoggiato nella sua esperienza familiare per argomentare la sua posizione. Sua madre, che restò incinta quando era un’adolescente, nel 1937, dovette affrontare la decisione di abortire e optò per tenere suo figlio. "Sono contro l’aborto. Non ho il diritto ad avere qualsiasi altro punto di vista. La mia unica emozione è la gratitudine, letteralmente, per la mia vita”.


Fonte: http://www.lanacion.com.ar/1553364-celebridades-que-cuentan-sus-historias-para-luchar-contra-el-aborto
Traduzione: Sem. Francesco Lucarelli, IVE

sabato 4 maggio 2013


La castità richiede grandi cuori


Un ammirevole esempio di come la castità è possibile con l’aiuto di Dio e con una grande determinazione a lottare contro gli attacchi che ad essa si oppongono.   

I francesi si stabilirono a Rio de Janeiro nel 1555;  fecero amicizia con gli indiani “tamoi” e cominciarono a disturbare i coloni portoghesi. Ci fu un tempo in cui la vita era diventata impossibile per i portoghesi che subivano agguatifatti prigionieri e uccisi nel mezzo di orge sanguinose.
Il P. Nobrega decise di andare con loro per cercare la pace. Era una sfida molto rischiosa, e quasi temeraria. Lui scelse come compagno il fratello José Anchieta, perché si fidava assolutamente di lui, ed era esperto nella lingua dei Tupi. Anchietatuttavianon era ancora nemmeno diacono. Arrivarono in Iperuí e cominciarono i grandi pericoliIl tempo passava e non raggiungevano la pace, invece il pericolo cresceva. Alla fine era necessario che P. Nobrega tornasse a San Vicente e aspettassi lì i capi indiani che andavano per commerciare. Nel frattempoAnchieta  rimasse come ostaggio a Iperuí, costantemente minacciato.
Una delle cose che era un mistero per quelli selvatici, è stata la castità del grande missionario. Quindi, ancor più che la fame, il freddo e le minacce di morte, José fu sempre tentato contro questa virtù. Gli indiani continuamente inviavano donne per tentare la sua castità. José Anchieta era da solo, aveva 29 anni,  in mezzo la giungla, senza la consolazione di essere prete, privato del suo direttore spirituale, senza il Santissimo Sacramento e neanche un confessore.

In un attimo di sofferenze morali promise di scrivere la vita della Santissima Vergine in versi latini, affinché la Vergine prottegesse la sua virtù e lo liberasse dal peccato. In quel momento sentì che la Vergine lo aveva ascoltato ed era sicuro che non sarebbe morto senza aver completato il suo Poema.
Così si capisce la confidenza che fece essendo vecchio a Padre Pedro Leitão:
- “Quando mi dicevano gli indiani che mi avrebbero ucciso quel giorno e quell'ora, gli ho detto che non potevano uccidermi”.
- Vostra Reverenza su quale base aveva quella sicurezza?
- In una promessa della Madre di Dio, che non avrei lasciato questo mondo senza aver scritto prima la sua vita in versi.

Immediatamente cominciò ad adempiere il suo votoCamminava sulla spiaggia senza inchiostro e carta, componeva i versi di memoria. A volte, quando i versi erano più difficili, si chinava a scrivere col dito nella sabbiaQuesto ha dato origine alla leggenda della poesia scritta sulla sabbiaQuando il Beato Anchieta è stato rilasciato e in grado di tornare avendo raggiunto la pace, scrisse quasi in una sola volta, nel 1564, il Poema della Vergine (De Beata Virgine Dei Matre Maria), con quasi 5800 versi latini, che sono una delle glorie di quella lingua. Erano stati fatti in 55 giornidi memoria.

José de Anchieta raggiunse ciò che voleva: conservare la sua castitàe lasciò tutto questo scritto in delicati versi nella vita meravigliosa di MariaSoltanto si lamentava di non morire martireLui diceva che non se lo meritava.

***



Se ami la virtù (in particolare la virtù della purezza) devi essere disposto a fare grandi cose per combattere per essa.
Di quella bella poesia soltanto trascriviamo il  "Exordium" :

Santa Madre di Gesùparlo o taccio?  Devo stare zitto o cantare le sue glorie?
La mia menterisvegliata da stimoli di un amore pietoso, mi spinge a cantare alla signora questi versi semplici.
Ma mi fa paura pubblicare le sue grandezze con  lingua impuracosì spesso macchiata da goffe colpe.
Avrà il coraggio questa lingua profana a dire lodi su quella che  ha avuto  nel suo seno l'Onnipotente?
Fuggi,  mente stordita, a meno che il vostro amoreVergine perfetta, costringa la paura a lasciare mio cuore tremante.
Hai provatoPerché avere paura? Devono congelarsi le mie viscere? Perché  la mia lingua deve taceresenza fiatoper parlare di te?
Tu mi spingi a cantaretucon la tua presenzainspiri le mie parole e dai nuove   forze al mio braccio.
Tu mi incoraggi con affetto materno e sollevi il mio spirito cadutocolmandomi di grazie celestiali.
Chi mi darebbedolce Madre,di  rinchiudere nel mio petto il tuo volto di Vergine per amarTi ardentemente?
Sii Tu con il tuo figlio voluto la mia unica gioia, sii Tu del mio cuore l’unico desiderio, l'unico amore!


P. Miguel Angel Fuentes, I.V.E.
Traduzione: Francesco e Fiorella Sarubbo