martedì 16 febbraio 2016

Quando non si è d'accordo con la famiglia


“Come vincere gli amici e l’influenza della gente” e “come perdere amici” sono due facce della stessa medaglia. Uno dei modi più facili per perdere amici, è criticare le convinzioni di qualcuno, o almeno criticarle e farglielo sapere. Non credo ci siano molti lettori che non abbiano mai perso un amico o perlomeno che non abbiano mai infastidito qualcuno a costo di sostenere un principio e di conformarvi le proprie azioni.

Il classico zio Filiberto ha lasciato sua moglie, da cui si è divorziato civilmente, e ora ha intenzione di sposare qualcun altro. Partecipi al matrimonio per fargli piacere, anche se in questo modo potrai dare agli altri l’impressione che non vedi nulla di sbagliato in quello che lui sta facendo (ovverossia, entrare in uno stato di adulterio)? Oppure ti rifiuti di partecipare, pur essendo consapevole che la tua relazione con lui potrebbe subire dei danni?

Se la gente avesse una mentalità aperta tanto quanto dice di averla, lo zio Filiberto non si offenderebbe della tua presa di distanza. Riceverebbe con gratitudine la spiegazione del perché tu non potrai partecipare al suo matrimonio. Non sarebbe d’accordo con la tua conclusione, ma ti rispetterebbe per essere rimasto fedele alle tue convinzioni, e la tua relazione con lui non soffrirebbe alcun danno a lungo termine.

Certo, non funziona quasi mai in questo modo. La sua conclusione sarà che qualcuno che non accetta tutte le sue azioni, non lo accetta per niente.

Alcune persone, aprendo il Nuovo Testamento, non riescono a trovare versetti diversi da Giovanni 17:11: “che possano essere una cosa sola, come noi siamo una cosa sola”. Per loro, il messaggio fondamentale della Scrittura è la concordia, la comunanza, l’unione.

L’impulso è comprensibile. La maggior parte di noi vorrebbe evitare le dispute e l’agitazione che perfino un disaccordo superficiale può portare. Vogliamo andare d’accordo con tutti e vogliamo che tutti vadano d’accordo con noi. Riconosciamo che c’è una molteplicità di opinioni. Può capitare che mostriamo poca esitazione nell’evidenziare le nostre opinioni quando si tratta di essere in disaccordo con degli estranei, ma sembra essere una cosa del tutto diversa quando i disaccordi possono esserci con familiari o amici. Quando si profila questa prospettiva, vogliamo concentrarci sull’unità, anche se questo significa non alludere mai a certe cose.

Una mia parente ha un amica d’infanzia che, alcuni anni fa e dopo un matrimonio e un bambino, “ha scoperto” di essere lesbica. La mia parente non ha permesso che quella rivelazione potesse offuscare la loro amicizia. La donna e la sua compagna sono le benvenute nella sua casa. Le due sono ora “sposate”.

Il Texas ha permesso loro di adottare vari bambini. La mia parente lo vede come un bene per i bambini che altrimenti, dice lei, andrebbero in un orfanotrofio. Io lo vedo come un male per i bambini e sospetto che le autorità del Texas abbiano scavalcato diverse coppie eterosessuali sposate a cui avrebbe fatto molto piacere adottare uno o più di quei bambini, ma lo stato ha un messaggio da impartire, quindi ha dato la priorità alle lesbiche.

Fu programmata una riunione di famiglia. Era rivolta solo ai membri della famiglia, ma la mia parente invitò anche l’amica lesbica e la sua compagna con la scusa che, almeno per lei, erano “proprio come dei familiari”.

Per me non lo erano. Spiegai che non vedevo la sua amica da quando erano adolescenti; certamente non la riconoscerei per strada se la vedessi oggi. Non era “proprio come una familiare” per me. Dissi che lei e la sua “sposa” non avrebbero dovuto essere invitate ad un evento della famiglia.

Inoltre ho fatto notare (ed è qui che mi sono messo nei guai) che non volevo che i parenti giovani che sarebbero stati presenti all’incontro potessero pensare che mia moglie ed io approvassimo quel tipo di relazione. Se la coppia lesbica fosse apparsa all’improvviso, certamente non avremmo potuto discutere con loro o ignorarla, ma la nostra cortesia avrebbe potuto indurre gli altri a conclusioni errate.

Questa cosa non è stata facile da accettare per la mia parente. Avevo stabilito il mio principio, ma a lei non piaceva. Pensava che avessi qualcosa che non va perché io pensavo che la sua amica avesse qualcosa che non va. Non ero sufficientemente “vivi e lascia vivere”. (Appena si è saputo, l’amica e la sua “sposa” si sono disinvitate).

Questa situazione familiare mi porta alla mente altri versetti biblici che completano il quadro. “Non sono venuto a portare la pace, ma la spada” (Matteo, 10:34). “D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre” (Luca, 12:52). Perché la spada, perché si divideranno? A causa dei principi.

Vivere secondo i principi non porterebbe ad alcuna divisione se fossimo tutti d’accordo sugli stessi principi, ma il punto è che non è così. L’unico modo per ottenere l’unità è che una parte o l’altra si converta. Normalmente questo non accade, il che lascia due alternative, se si vuole provare a salvare la relazione: imparare a vivere col disaccordo o fingendo che non ci sia alcun disaccordo, almeno per quanto riguarda questo argomento e queste persone. Il che significa vivere in una fiction.

La spada, nel tagliare, inevitabilmente taglia entrambe le parti. L’ho scoperto con la mia parente. Pensavo che il mio principio – che si è rivelato essere nient’altro che una novità, dato che tutto il mondo lo accettava fino a qualche anno fa – venisse compreso facilmente, e anche se non condiviso da qualcuno, almeno potesse essere accettato prontamente. Ho imparato che non è così.

La mia parente si è offesa. Non l’ha messa in questo modo, ma ho dedotto che lei abbia pensato che io mi sia comportato non da cristiano perché insistevo ad affermare un principio cristiano.


di Karl Keating
fonte: www.catholic.com

martedì 9 febbraio 2016

Fino a che punto è obbligatorio partecipare alla Messa i giorni festivi?


Vorrei sapere se è obbligatorio andare a Messa quando ci si trova in viaggio in un paese la cui religione principale o ufficiale non è quella cattolica e risulta molto difficile trovare una chiesa cattolica. E se bisognerebbe confessare questa cosa.

1. Il precetto di andare a Messa
Il diritto positivo ecclesiastico determina i giorni nei quali devono essere celebrati gli atti di culto a Dio (che sono di diritto naturale e di diritto divino positivo). La Chiesa determina come precetto la partecipazione alla Messa la domenica e in altre quattro solennità: il 1 gennaio (Solennità di Santa Maria Madre di Dio), il 15 agosto (Assunzione), l’8 dicembre (Immacolata Concezione) e il 25 dicembre (Natale). Il precetto di assistere alla Messa obbliga tutti i fedeli con piene facoltà mentali e che hanno già compiuto  7 anni di età. Per compiere il precetto, la Messa deve essere ascoltata integralmente e prestando attenzione.

2. Cause che dispensano dalla partecipazione alla Messa
Un fedele è sollevato dal precetto di assistere alla Messa nelle occasioni sopra riportate per qualunque causa mediamente grave. Si considera causa mediamente grave, per esempio:
  • L’impossibilità morale di compiere il precetto: per esempio, per malattia o convalescenza; anzianità o debolezza fisica; la possibilità di un guadagno straordinario e inaspettato se lavorasse in quel giorno (in particolare quando si tratta di una persona con scarse risorse); dover percorrere una distanza considerevole per raggiungere il luogo di culto.
  • Può trattarsi di ragioni di carità: cioè, quando qualcuno è in condizioni di dover soccorrere il prossimo; che si tratti di un atto di carità corporale (assistere i malati) o spirituale (quando con la presenza di qualcuno in un determinato luogo si potrebbe impedire un peccato grave).
  • Quando qualcuno è obbligato ad attendere certi doveri che impediscono loro di assistere alla Messa: come, per esempio, le madri o badanti incaricate dei bambini, le guardie, i militari, eccetera … Tutte queste persone devono provvedere di assistere alla Messa almeno alcune volte.
Da tutto questo si deduce che la difficoltà di trovare un luogo dove si celebri la Messa di precetto in un paese non cattolico, scuserebbe dal peccato. Ad ogni modo, salvo che sia un’imprudenza (per esempio, in un paese dove il cattolicesimo è perseguitato), bisogna trovare qualche modo per poter compiere il precetto, per esempio, domandando se c’è qualche chiesa cattolica.

P. Miguel Angel Fuentes, IVE
Traduzione: Alessandro Ferrara

domenica 7 febbraio 2016

Quattro gemelli abortiti. Due avevano le braccia "avvolte l'uno all'altro"


Una dipendente di una clinica per aborti della Planned Parenthood ha abbandonato il suo lavoro – e alla fine ha portato fuori anche quattro dei suoi colleghi con lei – dopo aver visto una donna abortire i suoi quattro gemelli. Molti di loro sono stati partoriti ancora vivi quando si è seduta sul water o mentre inciampava nel corridoio contorcendosi dal dolore.

Due dei maschi “perfettamente formati” avevano le braccia “avvolte l’uno all’altro”, come è riportato in una email che la donna ha inviato ad Abby Johnson (anche lei una ex-dipendente della Planned Parenthood).

Johnson, che dirige ATTWN (And Then There Were None), una associazione che sensibilizza i dipendenti delle aziende abortiste, dice che la donna si è licenziata dalla Planned Parenthood il giorno in cui ha visto una donna abortire per via farmacologica i suoi quattro gemelli.

L’email dice che la donna è arrivata alla Planned Parenthood “in evidente stato di dolore”  dopo che “un’ altra clinica per aborti le aveva dato una dose molto pesante di misoprostolo per abortire i suoi quattro gemelli. Era già entrata nel secondo trimestre di gravidanza.”

“L’abbiamo condotta nel bagno, l’abbiamo svestita dalla vita in giù e le abbiamo detto di sedersi sul water”, ha scritto nell’email.

Il misoprostolo ha cominciato a fare effetto.

“Siamo rimasti tutti inorriditi dagli eventi che accaddero nei minuti successivi”

“Il primo bambino cadde nel water”, scrive. Mentre si alzavano per camminare verso la sala operatoria, “gli altri due bambini uscirono fuori e rimasero appesi alla mamma. Le braccia dei due maschi senza vita perfettamente formati erano avvolte l’uno all’altro”.

Dopo aver raggiunto la sala operatoria, “aveva ancora un enorme dolore”, nonostante il sedativo. “Il quarto bambino hanno dovuto aspirarlo dall’utero. È uscito fuori a pezzi.”

Distrutta da quello che aveva visto, scoppiò a piangere.

“Ricordo che piangevo con una collega mentre ordinavano i resti del quarto maschietto nel laboratorio. Abbiamo cullato i piccoli bambini intatti tra le nostre braccia e abbiamo pianto per loro. Sapevo che non potevo più fare questo lavoro. Avevo finito.”

Si è licenziata quel giorno e, poco dopo, ha anche aiutato quattro dei suo ex-colleghi a lasciare il lavoro.

Johnson ha detto che la storia di questa donna mostra “la necessità di incontri di guarigione emotiva per ex-dipendenti di cliniche per aborti”. Ha chiesto aiuto ai sostenitori di ATTWN, incluso preghiera e sostegno finanziario. Dieci ex-dipendenti di cliniche per aborti parteciperanno ad un ritiro dal 19 al 21 Settembre. In tutto, Johnson dice che 121 dipendenti hanno lasciato le cliniche per aborti grazie agli sforzi di ATTWN.

Ecco l’email completa della donna:
Una donna è entrata nella nostra clinica un pomeriggio, in evidente stato di dolore. Un’altra clinica per aborti in fondo alla strada le aveva dato una dose molto pesante di misoprostolo per abortire i suoi quattro gemelli. Era già entrata nel suo secondo trimestre.

L’abbiamo guidata nel bagno, l’abbiamo svestita dalla vita in giù e le abbiamo detto di sedersi sul water. Siamo rimasti tutti inorriditi dagli eventi che accaddero nei minuti successivi. Il primo bambino cadde nel water. L’infermiera ha preso un cuscinetto e lo teneva sul suo didietro mentre la portavamo di fretta nella sala operatoria. Fu allora che altri due bambini uscirono fuori e rimasero appesi alla mamma. Le braccia dei due maschi senza vita perfettamente formati erano avvolte l’uno all’altro.

Alla fine riuscimmo a portarla in sala operatoria dove cominciammo a sedarla, ma provava ancora molto dolore. Il quarto bambino hanno dovuto aspirarlo dall’utero. È uscito fuori a pezzi.

Ricordo che piangevo con una collega mentre ordinavano i resti del quarto maschietto nel laboratorio. Abbiamo cullato i piccoli bambini intatti tra le nostre braccia e abbiamo pianto per loro. Sapevo che non avrei più potuto fare questo lavoro. Avevo finito.

_________________________________________

Fonte: Live Action News, www.liveactionnews.org/aborted-quadruplets-born-with-arms-wrapped-around-each-other/ 

martedì 2 febbraio 2016

La successione apostolica è garanzia di verità


Perché dovrebbe importarci di quello che hanno detto i Padri della Chiesa?
A molti cattolici la domanda potrà sembrare strana e la risposta ovvia. Ma per alcuni cattolici, e sospetto anche per molti protestanti, questa è una bella domanda.
Vedete, fin dall’alba dell’epoca moderna il mondo occidentale ha avuto l’erronea convinzione che semplicemente perché viviamo in tempi più recenti delle popolazioni più antiche, siamo naturalmente più illuminati di quanto lo fossero quelle popolazioni. Dunque, nell’ultimo secolo, i progressi nel campo della medicina e della tecnologia ci hanno convinto che dobbiamo essere più intelligenti di chiunque altro abbia vissuto perfino poche centinaia di anni fa, figuriamoci quasi 2000 anni fa.
Ma è davvero così? Gli evidenti miglioramenti che si sono avuti in certi aspetti della nostra vita implicano necessariamente che anche la filosofia e la teologia stiano migliorando, col passare del tempo?
La nostra fede cattolica – e in realtà ogni altra fede che sia stata trasmessa da una generazione a un’altra – è basata sull’ipotesi per cui la verità, di fatto, non evolve, cioè non diventa “più vera” nel tempo. Piuttosto la verità ha una fonte. Per noi quella fonte è la Rivelazione di Dio stesso in Gesù Cristo. Questo è l’evento storico che noi chiamiamo Incarnazione. “E il Verbo si fece carne” (Giovanni, 1:14), che significa che la Parola divina, il Figlio del Padre e la Seconda Persona della Trinità, ha acquisito una natura umana per venire incontro all’umanità e riconciliarci con il nostro Creatore.
E dato che questo è accaduto nella storia umana, ciò significa che ci sono state persone reali che hanno conosciuto Gesù di persona. Alcune di queste  furono chiamate discepoli, e molti di quei discepoli (insieme a qualcun altro) diventarono le persone che noi chiamiamo apostoli. La parola apostolo indica qualcuno che è stato mandato e gli apostoli furono mandati da Gesù a portare il suo messaggio di riconciliazione nel mondo. Dunque, invece che pensare di essere naturalmente più svegli delle persone che hanno vissuto al tempo di Gesù e degli apostoli, in realtà dovremmo ritenere importante ascoltare le persone che vissero in tempi molto vicini alla Fonte della Verità.
Ma gli apostoli non poterono vivere per sempre e, quando venne il tempo, passarono il testimone a coloro che scelsero e a cui diedero l’incarico di essere loro successori. Questi successori degli apostoli furono i primi Vescovi della Chiesa. Quei Vescovi erano i custodi degli insegnamenti di Gesù e degli apostoli. Il loro lavoro fu quello di  trasmettere quegli insegnamenti fedelmente e noi crediamo che, con l’aiuto dello Spirito Santo, ci riuscirono (vedi Giovanni, 14:26).
Tale questione è una parte del mio libro, Handed Down. Gli insegnamenti della fede cattolica di oggi sono degni di fiducia perché furono fedelmente trasmessi attraverso le generazioni, in una catena ininterrotta che segue tutto il percorso fino agli apostoli e a Gesù. Questa catena di autorità di insegnamento la chiamiamo “successione apostolica”.
Dunque chi sono i Padri della Chiesa? Sono i primi Vescovi – i successori degli apostoli – insieme con altri teologi e catechisti che trasmisero la fede. Anche se la parola Trinità non appare nella Scrittura, direi che ogni persona che non crede che Dio sia una Trinità di persone, non possa definirsi cristiano (figuriamoci cattolico). Di sicuro, il concetto della Trinità è abbastanza fondato sulla Scrittura (ad esempio, vedi Matteo, 28:19), ma furono i padri della Chiesa che dovettero interpretare e chiarire la Scrittura riguardo la Trinità – e ci vollero 300 anni prima che furono in grado almeno di cominciare a scrivere il Credo di Nicea.
La Verità non evolve. In effetti, se non stiamo attenti, la sua trasmissione tenderà a “devolvere” nel tempo, come il gioco del telefono. Ma possiamo confidare nel fatto che la nostra fede non abbia perso nulla del tempo passato, grazie alla successone apostolica e grazie alla promessa di Gesù riportata in Matteo 16:18: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno su di essa”.
Quella promessa significa che lo Spirito Santo guiderà e proteggerà la Chiesa in maniera tale che non potrà mai diventare qualcosa di diverso da quello che Gesù voleva che diventasse. Contrariamente a ciò che pensavano i riformatori protestanti, la Chiesa non potrà mai uscire fuori dai binari in maniera tale da cessare di essere la Chiesa. Se così fosse, allora le porte degli inferi avrebbero la meglio su di essa. Ma questo non potrà mai accadere, perché è ciò che ha promesso Gesù.
Dunque per poter restare uniti alla nostra fede, dobbiamo anche restare uniti a coloro che ci hanno preceduto nella fede. Nel mondo del computer, si parla spesso di essere connessi ad un cloud, ad una “nuvola”. Ma c’è una nuvola molto più importante, ciò che l’autore della lettera agli Ebrei chiama “la nuvola dei testimoni” (Ebrei, 12:1-2). È la comunione dei santi che ci hanno preceduti e che ora fanno il tifo per noi e intercedono per noi durante la nostra corsa della fede.
Allora come cattolici potremmo trovarci di fronte alla domanda: perché dovrebbe importarci di quanto è stato detto dai Padri della Chiesa? Ci deve importare perché la nostra Fede è storica. Non è un mito; ha le sue origini nell’intervento di Dio nella storia del popolo ebraico e specialmente nella rivelazione di Dio nella persona di Gesù Cristo. E la gente che ha vissuto in quei tempi potrebbe semplicemente aver capito qualcosa del messaggio e della vita di Gesù che noi corriamo il rischio di perdere, se guardiamo solo alla Bibbia e solo con i nostri occhi del ventunesimo secolo.
La buona notizia è che abbiamo tanto materiale che ci è stato lasciato dai Padri della Chiesa, e una grande parte di questo materiale è accessibile online. Per dare un’occhiata ad una lista di scritti dei padri della Chiesa, con link ai documenti online, visita il sito: www.earlychurchfathers.net e clicca su “links to primary documents”.

di James L. Papandrea, www.catholic.com